sabato 27 febbraio 2010

Carabinieri taglieggiatori a Ferrara.

Pubblico questa lettera molto eloquente e perfettamente in linea con quanto questo blog ha intezione di fare, i commenti li lascio alla vostra discrezione, la fonte è questa: http://www.blogniagara.it/index.php?action=anteprima&id=4

Confindustria Sede
00144 Roma (RM) - Viale Dell' Astronomia, 30
C.A. Presidente Nazionale Confindustria Dott.sa Emma Marcegaglia

Confindustria Emilia-Romagna
40123 Bologna (BO) - V. Barberia, 13
C.A. Dott.sa Anna Maria Artoni

Confindustria Unindustria Ferrara
44121 Ferrara (FE) - Via Montebello, 33
C.A. Dott. Piero Puglioli


Gent.ma Presidente Nazionale Confindustria Emma Marcegaglia

Mi chiamo Mauro Carretta e sono presidente del Consiglio di Amministrazione della società Niagara s.r.l. con sede in Poggiorenatico di Ferrara.
La mia azienda, insediata sul territorio dal 1997, occupa 30 dipendenti e gestisce un impianto di smaltimento di rifiuti industriali con attività certificata secondo le norme UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001 e OHSAS 18001.
Gli impianti aziendali sono annoverati tra le BAT – migliori tecniche applicabili - e sono continuo oggetto di studio da parte di numerose università europee.
La mia azienda è un punto di riferimento per smaltimento di rifiuti e bonifiche ambientali.

Orbene, carissima Presidente, noi siamo iscritti all’Unione Industriali di Ferrara e siamo fieri di continuare ad esserlo perché non abbiamo pagato il pizzo.
Condividiamo in pieno la questione morale da lei sollevata sull’indegnità del pagamento del cosiddetto pizzo da parte di coloro che perciò solo dovrebbero essere espulsi dall’associazione.
Noi ci siamo rifiutati di pagarlo, anche se questo ci è stato chiesto da uomini in divisa, sottufficiali del NOE di Bologna, durante un’indagine che essi conducevano contro di noi, in concorso con Marco Varsallona, consigliere delegato all’Ambiente di Confindustria a Bologna.
Avremmo dovuto pagare dai 20 ai 40mila euro per ammorbidire l’inchiesta e non finire in galera per reati che riteniamo fermamente di non aver commesso.
Ci è stato detto che avremmo dovuto poi pagare per “avere la pace” riguardo ai controlli del NOE.
Li abbiamo denunciati più di un anno fa.
Sono stati informati della nostra denuncia dall’Arpa di Ferrara, e da allora si sono ripromessi di “massacrarci”.
Numerosi clienti ci hanno detto che non potevano più venire da noi perché ciò gli era stato detto dai NOE di Bologna: li abbiamo persi.
I due sottufficiali del Noe sono stati indagati e intercettati dalla Procura di Ferrara grazie a un’inchiesta condotta dai Carabinieri di Ferrara in modo assolutamente imparziale, sereno e – ritengo – esemplare a tutela della stessa Dignità dell’Arma ed a suo Onore.
Cara Presidente, lo stesso comandante dei Noe di Bologna, interrogato in Procura, si è dichiarato impossibilitato a spiegare i comportamenti dei due sottufficiali, così come emergevano dagli atti di inchiesta e dalle conversazioni intercettate.
Non solo, ma colleghi dello stesso ufficio del Noe di Bologna hanno partecipato alle attività difensive degli avvocati dei due concussori indagati (uno degli avvocati è fra l’altro la moglie di uno di essi), al solo fine di screditare l’immagine mia e dei miei collaboratori che avevano denunciato i loro colleghi indagati. Essi hanno parlato dell’inchiesta contro di noi, che nulla c’entrava, e non di quella ben più grave contro i loro colleghi.
Noi dell’inchiesta contro di noi non sappiamo ancora nulla, in quanto nulla di specifico ci è stato ancora contestato.
La Procura di Ferrara, viceversa, ha chiuso le indagini nell’inchiesta contro i due sottufficiali del Noe ritenendola fondata e trasmettendo poi gli atti per competenza alla Procura di Bologna.
Orbene Presidente, a tutt’oggi i due sottufficiali che ci hanno chiesto il pizzo e da noi denunciati, nonostante lo sconcerto del loro comandante espresso davanti al PM di fronte a intercettazioni telefoniche e ambientali da definirsi eufemisticamente imbarazzanti per il loro contenuto inequivocabile, continuano a rimanere in servizio insieme ai loro colleghi, liberi di operare sul territorio e di fare indagini nei nostri confronti.
Ora mi perdoni, ma le vorrei chiedere se ritiene che tutto ciò sia giusto e compatibile con uno stato di diritto, e con la trasparenza e l’imparzialità che si devono sempre richiedere ed esigere dai pubblici uffici.
E le chiedo: ma se il pizzo viene chiesto da persone in divisa, che cosa deve fare l’imprenditore industriale secondo lei?
Forse è meglio essere espulsi da Confindustria per preservare la propria azienda?
Noi – può starne certa – ci assumeremo tutte le nostre eventuali responsabilità, anche perché non possiamo di certo fare diversamente. Marco Varsallona si è dimesso dalla sua carica in Confindustria di Bologna.
Ma le sembra giusto, invece, che il solo fatto di portare una divisa consenta ai due sottufficiali che ci hanno chiesto il pizzo di far finta di niente e di continuare a “massacrarci” come si sono ripromessi più volte di fare nelle conversazioni intercettate?

Con grande stima e rispetto.
Suo Mauro Carretta

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